Lo spazio regionale nell'Europa d'Antico Regime: relazioni, conflitti e culture nell'Italia settentrionale (secoli XV-XIX) PRIN 2008

Data inizio
9 marzo 2010
Durata (mesi) 
24
Responsabili (o referenti locali)
Pastore Alessandro

Il progetto muove dai risultati del PRIN 2005-2007: “Città di frontiera, insediamenti e vie di comunicazione nell’arco alpino in età moderna”, con un ampliamento di prospettive che dia rilievo alla cultura e focalizzi lo sguardo sugli spazi regionali; e insieme, dalla necessità di valutare in una prospettiva storica la trans-regione e la macroregione di oggi, verificandone le origini, i caratteri peculiari e i processi di costituzione e di evoluzione. L’ipotesi di base è quella di ripensare in una prospettiva storica ai processi di formazione dello stato moderno secondo un’ottica centrata sulle dimensioni territoriali, locali e culturali dell’antico regime.
Fondamentale diventa insistere sul concetto di regione storica: si ritiene opportuno concentrare l’attenzione su un ambito territoriale che, per l’abbondanza delle fonti, la loro varietà, la tradizione di studi che si è consolidata, può offrire un fertile terreno d’indagine. Tale ambito assume un’ampia dimensione europea; al suo interno si sono identificate una serie di sotto aree trans-regionali, che possono essere osservate nella loro peculiarità e nelle concatenazioni in rapporti esterni.
Si dovranno superare una serie di schematiche dicotomie: fra centro e periferia, fra stati e ceti, fra stati grandi e piccoli, adottando una prospettiva di lungo periodo. Andrà tenuto conto della compresenza di vari centri urbani e sub regionali dotati di una loro specificità, dei sistemi economico-sociali, delle reti di scambio culturale e dei movimenti umani e materiali attraverso le vie di comunicazione.
Quindi, una storia incrociata di scambi e di contaminazioni, in cui l’unità di base è la regione, intesa come area di specificità culturale, economica e politica. La regione intesa come spazio di diverse appartenenze e identità in cui si riassumono poteri e relazioni di diversa origine.
Si analizzeranno in particolare:
- La storia sociale della lingua, che tenga conto dell’oscillazione fra spinte puristiche, normative e centralizzatrici, da un lato, e tendenze, dall’altro, al multilinguismo e alle ibridazioni; il tutto all’interno di un’Europa che presentava già di per sé la compresenza fra lo sviluppo delle lingue nazionali e le forme di sopravvivenza dell’uso del latino.
- La circolazione della cultura, delle idee, e degli uomini. Il tutto in una prospettiva raccordata ai recenti studi di storia del libro, della lettura, dell’informazione, dei rapporti fra letteratura e storia, focalizzando le questioni legate ai transfert culturali, che hanno assunto un ruolo centrale nella discussione storiografica attuale. In questo senso sarà indagata la circolazione dell’informazione, attraverso canali come le gazzette a stampa e manoscritte, i fogli volanti, e l’oralità stessa. Si valorizzeranno l’analisi dei processi di appropriazione e ricezione dell’informazione, le modalità di trasmissione e il costante intrecciarsi di voci e notizie, nonché i loro effetti nelle pratiche sociali e nella creazione di identità composite; l’interfaccia fra sapere medico scientifico e le istituzioni e pratiche in cui questo si estrinseca.
- Lo scambio diplomatico: non tanto le relazioni fra stati intese in senso tradizionale in un quadro di pura storia diplomatica, quanto un’analisi della cultura del personale d’ambasciata, dei rapporti fra le teorie politiche e le pratiche concrete delle negoziazioni (spionaggio, cartografia, rappresentazioni e descrizioni degli stati). La presenza nell’area di studio di tre capitali di stati d’Antico Regime (Torino, Milano e Venezia) rappresenta in questo senso un’opportunità unica di analisi incrociata.
- La gestione dei conflitti di confine come dinamica di insediamento e di penetrazione della sovranità statale in territori ai margini.
- Le dinamiche economiche che permisero ad alcuni settori di collocarsi all’avanguardia a livello europeo.
- Il confronto e lo scontro religioso. Di qui l’attenzione verso le sovrapposizioni giurisdizionali fra diocesi e tribunali inquisitoriali, verso i territori di “vuoto giurisdizionale”, e verso la formazione di credenze e visioni del mondo frutto di continue ibridazioni. Di qui anche lo studio dei contatti fra le varie aree del dissenso religioso, il loro compenetrarsi e sfumarsi, il prodotto ibrido e variamente modulato di tale processo. Si esamineranno le vie e modalità di diffusione delle dottrine protestanti, della Riforma radicale, dell’esperienza valdese. Inoltre si considererà la presenza nello spazio regionale di elementi riconducibili all’illuminismo radicale e alle tradizioni di miscredenza.
La scelta dell’ambito cronologico è motivata dal fatto che la metà del Quattrocento vede affermarsi la realtà di un sistema di Stati territoriali stabile fino alla fine dell’antico regime e che le specificità regionali continuano a conservare una propria rilevanza fino alla metà dell’Ottocento, quando giunge a maturazione l’idea dello stato-nazione, che modifica il concetto stesso di confini, frontiere e regioni.

Enti finanziatori:

PRIN VALUTATO POSITIVAMENTE
Finanziamento: richiesto
Programma: PRIN
Finanziamento: assegnato e gestito dal Dipartimento

Partecipanti al progetto

Alessandro Arcangeli
Professore associato
Federico Barbierato
Professore associato
Marina Garbellotti
Professore associato
Sabrina Minuzzi
Alessandro Pastore
Professore emerito
Luca Porto
Gian Paolo Romagnani
Professore ordinario

Attività

Strutture

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