L’opera di Baudelaire – nella quale il fenomeno della modernità appare in piena evidenza nell’insieme dei suoi molteplici aspetti e nel suo carattere contraddittorio – ha originato, sul piano filosofico, interpretazioni tra loro radicalmente divergenti. Soprattutto le letture sviluppate da Benjamin e da Sartre – alle quali il corso sarà dedicato – appaiono, al confronto, del tutto contrastanti l’una rispetto all’altra. E tuttavia, pur procedendo da prospettive teoriche molto diverse, tali commenti possono essere assunti quali espressioni di atteggiamenti interpretativi capaci entrambi di cogliere – ciascuno dal proprio peculiare punto di vista – non solo aspetti di grande rilievo della vita e dell’arte di Baudelaire, ma anche – più in generale – taluni tratti inaugurali della modernità destinati e segnarne lo sviluppo storico.
Prerequisiti: nessuno.
Contenuti del corso: (a) Benjamin e Baudelaire: povertà d’esperienza e metropoli. – Memoria volontaria e involontaria. – Funzione della coscienza e memoria. – Lo shock. – La folla metropolitana. – Spleen e Idéal. – La merce e il sex appeal dell’inorganico. – La fantasmagoria. – Le architetture oniriche del XIX secolo. (b) Sartre e Baudelaire: Una “biografia esemplare”. – Lucidità e coscienza: il nichilismo come tratto specifico della vita e dell’opera di Baudelaire. – Contingenza e “noia metafisica”. – La libertà. – Destino, grandezza e sventura: l’uomo “sotto tutela”. – La rappresentazione del Male. – Il dandy.
Testi di riferimento: W. Benjamin, Angelus Novus, Einaudi, Torino 1962 (di questa raccolta vanno letti i saggi: Di alcuni motivi in Baudelaire, pp. 87-126, e Parigi. La capitale del XIX secolo, pp. 140-154).
J.-P. Sartre, Baudelaire, il Saggiatore, Milano 1981.
Ch. Baudelaire, Lo spleen di Parigi (qualsiasi edizione).
Metodi didattici: lezioni frontali con discussioni relative agli argomenti trattati. E’ vivamente consigliata la frequenza.
l’esame consiste in un colloquio orale
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