Con questo progetto di ricerca si è voluto contribuire alla definizione delle reti commerciali che hanno caratterizzato l’economia dell’Italia settentrionale nell’Alto Medioevo (VI-XI secolo d.C.). Lo studio delle merci, quali tracce archeologicamente tangibili dell’economia passata, è ormai considerato l’approccio più adatto per questo specifico scopo. Volendo approfondire il contesto socio-economico altomedievale, la ricerca in questione ha individuato nei prodotti in pietra ollare il proxy più indicato. Poiché la questa specifica materia prima è fortemente dipende dalla zona di provenienza, sfruttandone le peculiarità mineralogiche, è possibile determinare il percorso commerciale che ha favorito la distribuzione dei suoi prodotti sul territorio.
In quest’ottica il presente progetto di ricerca ha inseguito due obiettivi principali, volti entrambi alla definizione dei flussi commerciali dei recipienti in pietra ollare in quanto merci e caratterizzati da scale di lavoro differenti.
Per avere una visione globale del sistema distributivo della pietra ollare, nonché dei suoi modi e dei suoi tempi, la ricerca ha previsto un’analisi a livello macroscopico dei ritrovamenti archeologici. Schedando e mappando tutto il materiale edito presente sul territorio nazionale e in parte oltre i confini (676 siti totali), é stato possibile tracciare a grandi linee, e non senza evidenziare palesi problematiche nel confronto dei dati, come il sistema economico legato alla commercializzazione dei laveggi si sia evoluto nel tempo (in un arco cronologico compreso tra III e XV secolo d.C.). Il picco produttivo, che già in passato era stato evidenziato per il periodo altomedievale, ha trovato una chiara conferma nell’insieme di dati acquisiti, permettendo di definire cronologicamente la fase di estrema fioritura di questo commercio tra VI e XI secolo d.C.
Sulla base di questo risultato si è avvalorato il lavoro di ricerca su scala più ridotta svolto come secondo obiettivo del progetto. Spostandosi dal macro al micro, ci si è concentrati sull’analisi specifica dei prodotti in pietra ollare rinvenuti in tre contesti archeologici altomedievali (Villa Badia a Leno, Nogara e Piazza Marconi a Cremona), con lo scopo di determinarne la provenienza su base archeometrica. Volendo apportare un elemento innovativo rispetto alle precedenti ricerche archeometriche già eseguite sin dagli anni ’80 del secolo scorso con lo stesso scopo, alla determinazione d’origine si è accostato l’interesse di rendere applicabile questo tipo di studio analitico all’intero insieme di frammenti rinvenuti archeologicamente prescindendo da selezioni di tipo soggettivo del tutto arbitrarie.
Il protocollo analitico appositamente creato ha previsto una sequenza di fasi di lavoro che ha preso avvio dal pre-screening eseguito sull’intero set di frammenti (un totale di 1036 campioni per i 3 contesti archeologici analizzati) sfruttando la spettroscopia in fluorescenza di raggi-X applicabile nella sua versione portatile (spettrometro Hitachi X-MET800 del Laboratorio Bagolini del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento). Con l’obiettivo primario di rendere scalabile la tecnica, sui dati elementali derivati da questo tipo di misurazione e appositamente rielaborati è stato poi applicato un algoritmo (k-means cluster) che ha permesso di selezionarne i campioni più rappresentativi (una decina per sito) da sottoporre alla successiva fase d’esame volta alla determinazione della composizione mineralogica. Sfruttando in questo caso la spettroscopia micro-Raman (spettrometro Raman Horiba Jobin-Yvon Aramis accoppiato ad un microscopio Olympus del dipartimento di Fisica dell'Università di Trento) è stato possibile eseguire misure di tipo semi-statistico (mappe di spettri Raman 10x10) e successivamente identificare le fasi mineralogiche caratteristiche di ciascun campione. Applicando l’intero protocollo anche ad una serie di campioni geologici prelevati dalle aree estrattive sfruttate anticamente in alcune valli specifiche dell’arco alpino (Val Chiavenna, Val Bregaglia e Alta e Bassa Val Malenco) è risultato possibile ipotizzare la provenienza dei manufatti archeologici. Data la mole di dati acquisiti (3.062 misure XRF e 11.300 spettri Raman) il confronto è stato eseguito con l’ausilio dell’algoritmo PCA (Principal Component Analysis) che ha reso possibile la proiezione delle due serie di dati da confrontare (cave e reperti archeologici) all’interno di uno spazio grafico creato sulla base delle componenti principali che caratterizzano i campioni stessi.
Dal momento che la determinazione d’origine su base archeometrica risulta fortemente dipendente dall’ampiezza del database di confronto dato dai dati mineralogici delle aree estrattive, è chiaro che il suddetto sistema potrà trovare un’applicazione che porti all’attribuzione d’origine certa solo nel momento in cui sarà ampliato e completato nella sua interezza.
Modules running in the period selected: 0.
Click on the module to see the timetable and course details.
There you will find information, resources and services useful during your time at the University (Student’s exam record, your study plan on ESSE3, Distance Learning courses, university email account, office forms, administrative procedures, etc.). You can log into MyUnivr with your GIA login details: only in this way will you be able to receive notification of all the notices from your teachers and your secretariat via email and also via the Univr app.
MyUnivrDi seguito sono elencati gli eventi e gli insegnamenti di Terza Missione collegati al docente:
******** CSS e script comuni siti DOL - frase 9957 ********p>