Il progetto di ricerca si rapporta in primo luogo ad un programma nazionale di ricerca dal titolo “Boundaries. Ranks, Territories, Cultures in Modern Italy”, già sottoposto all’attenzione del MIUR e coordinato a livello generale da chi scrive e che coinvolge unità di ricerca delle Università di Verona, Torino, Milano, Venezia, Padova e Pisa. Tale progetto intende affrontare, da punti di osservazione differenti e con prospettive di metodo complementari, il tema della frontiera non solo da un punto di vista geografico, ma politico, religioso e culturale, con una particolare attenzione alle aree in cui la movimentazione di uomini, merci ed idee appare intensa.
Nello specifico il progetto di ricerca d’ateneo (anno 2003) intende soffermarsi su due aspetti caratterizzanti. Il primo concerne la questione della “frontiera confessionale” (secoli XVI-XVII) e delle sue modificazioni in relazione alle grandi questioni internazionali (diffusione della Riforma protestante, coinvolgimento delle aree alpine nella Guerra dei Trenta Anni ecc.) nell’intento di delineare le fasi di medio e breve periodo di rigidità e di mobilità dei territorio e dei loro confini in relazione al consolidarsi delle appartenenze religiose e alla formazione delle identità culturali.
Un secondo momento della ricerca, più declinato sulla fase cronologica dell’Ottocento e del Novecento, è dedicato alle modalità in cui le tensioni politiche nazionali e la modernizzazione si riflettono nell’ambito territoriale alpino nonché alle forme della socialibilità nobiliare e borghese in cui tendono ad incarnarsi le forme di distacco dalla tradizione culturale, religiosa e politica. Specie la città di Trento diviene un laboratorio interessante di elaborazione di un culto della montagna che, accanto a motivazioni scientifiche, igieniche e sportive ante-litteram, assume connotati nettamente politici e di opposizione alle gerarchie politiche austro-ungariche dominanti sino al 1918.