Fin dalla costituzione, nell’immaginazione storica dell’Ottocento, della categoria di Rinascimento, la ludicità ne rappresenta un tratto decisivo. Dal primo Novecento, alle suggestive indagini di Huizinga sull’homo ludens è succeduta una serie di studi su realtà locali e pratiche specifiche. La moltiplicazione di questi lavori di dettaglio e le metamorfosi della metodologia della ricerca storica tardo-novecentesca rendono possibile e auspicabile la ricostruzione di un quadro d’assieme aggiornato. Si tratta di prendere in esame le modalità più frequenti secondo le quali la cultura europea, fra il XV e il XVII secolo, concettualizzava e valutava il gioco e l’opportunità di ricrearsi. Medicina, (filosofia e teologia) morale e diritto saranno gli ambiti disciplinari privilegiati, senza escludere l’emergenza di questi temi in testi e contesti più squisitamente letterari e artistici. Il progetto include uno studio della semantica storica del lessico della ludicità rinascimentale, e (di almeno parte) dell’iconografia delle pratiche ricreative del tempo. Per gli aspetti medici, richiede la rivisitazione dell’igiene rinascimentale, fra culto umanistico per la ginnastica degli antichi e ricerca del regime che assicuri una vita lunga. OBIETTIVI: Riconsiderazione del peso e del significato delle pratiche ricreative a diversi livelli della società europea nel periodo considerato, in linea con una recente tendenza storiografica (Ehrmann, Eichberg, Guerzoni) orientata a rivedere le tradizionali opposizioni fra serio e ludico, lavoro e tempo libero. Indagine sulle variabili di gerarchia sociale, genere e gruppo d’età, e sull’interazione fra forme ludiche e identità/appartenenze collettive.
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