Lo spazio regionale nell'Europa d'Antico Regime: relazioni, conflitti e culture nell'Italia settentrionale (secoli XV-XIX) prin 2007

Starting date
February 17, 2010
Duration (months)
24
Managers or local contacts
Pastore Alessandro

Il progetto muove dai risultati del PRIN 2005-2007: “Città di frontiera, insediamenti e vie di comunicazione nell’arco alpino in età moderna”, con un ampliamento di prospettive che dia rilievo alla cultura e focalizzi lo sguardo sugli spazi regionali; e insieme, dalla necessità di valutare in una prospettiva storica la trans-regione e la macroregione di oggi, verificandone le origini, i caratteri peculiari e i processi di costituzione e di evoluzione. L’ipotesi di base è quella di ripensare in una prospettiva storica ai processi di formazione dello stato moderno secondo un’ottica centrata sulle dimensioni territoriali, locali e culturali dell’antico regime.
Fondamentale diventa insistere sul concetto di regione storica: si ritiene opportuno concentrare l’attenzione su un ambito territoriale che, per l’abbondanza delle fonti, la loro varietà, la tradizione di studi che si è consolidata, può offrire un fertile terreno d’indagine. Tale ambito assume un’ampia dimensione europea; al suo interno si sono identificate una serie di sotto aree trans-regionali, che possono essere osservate nella loro peculiarità e nelle concatenazioni in rapporti esterni.
Si dovranno superare una serie di schematiche dicotomie: fra centro e periferia, fra stati e ceti, fra stati grandi e piccoli, adottando una prospettiva di lungo periodo. Andrà tenuto conto della compresenza di vari centri urbani e sub regionali dotati di una loro specificità, dei sistemi economico-sociali, delle reti di scambio culturale e dei movimenti umani e materiali attraverso le vie di comunicazione.
Quindi, una storia incrociata di scambi e di contaminazioni, in cui l’unità di base è la regione, intesa come area di specificità culturale, economica e politica. La regione intesa come spazio di diverse appartenenze e identità in cui si riassumono poteri e relazioni di diversa origine.
Si analizzeranno in particolare:
- La storia sociale della lingua, che tenga conto dell’oscillazione fra spinte puristiche, normative e centralizzatrici, da un lato, e tendenze, dall’altro, al multilinguismo e alle ibridazioni; il tutto all’interno di un’Europa che presentava già di per sé la compresenza fra lo sviluppo delle lingue nazionali e le forme di sopravvivenza dell’uso del latino.
- La circolazione della cultura, delle idee, e degli uomini. Il tutto in una prospettiva raccordata ai recenti studi di storia del libro, della lettura, dell’informazione, dei rapporti fra letteratura e storia, focalizzando le questioni legate ai transfert culturali, che hanno assunto un ruolo centrale nella discussione storiografica attuale. In questo senso sarà indagata la circolazione dell’informazione, attraverso canali come le gazzette a stampa e manoscritte, i fogli volanti, e l’oralità stessa. Si valorizzeranno l’analisi dei processi di appropriazione e ricezione dell’informazione, le modalità di trasmissione e il costante intrecciarsi di voci e notizie, nonché i loro effetti nelle pratiche sociali e nella creazione di identità composite; l’interfaccia fra sapere medico scientifico e le istituzioni e pratiche in cui questo si estrinseca.
- Lo scambio diplomatico: non tanto le relazioni fra stati intese in senso tradizionale in un quadro di pura storia diplomatica, quanto un’analisi della cultura del personale d’ambasciata, dei rapporti fra le teorie politiche e le pratiche concrete delle negoziazioni (spionaggio, cartografia, rappresentazioni e descrizioni degli stati). La presenza nell’area di studio di tre capitali di stati d’Antico Regime (Torino, Milano e Venezia) rappresenta in questo senso un’opportunità unica di analisi incrociata.
- La gestione dei conflitti di confine come dinamica di insediamento e di penetrazione della sovranità statale in territori ai margini.
- Le dinamiche economiche che permisero ad alcuni settori di collocarsi all’avanguardia a livello europeo.
- Il confronto e lo scontro religioso. Di qui l’attenzione verso le sovrapposizioni giurisdizionali fra diocesi e tribunali inquisitoriali, verso i territori di “vuoto giurisdizionale”, e verso la formazione di credenze e visioni del mondo frutto di continue ibridazioni. Di qui anche lo studio dei contatti fra le varie aree del dissenso religioso, il loro compenetrarsi e sfumarsi, il prodotto ibrido e variamente modulato di tale processo. Si esamineranno le vie e modalità di diffusione delle dottrine protestanti, della Riforma radicale, dell’esperienza valdese. Inoltre si considererà la presenza nello spazio regionale di elementi riconducibili all’illuminismo radicale e alle tradizioni di miscredenza.
La scelta dell’ambito cronologico è motivata dal fatto che la metà del Quattrocento vede affermarsi la realtà di un sistema di Stati territoriali stabile fino alla fine dell’antico regime e che le specificità regionali continuano a conservare una propria rilevanza fino alla metà dell’Ottocento, quando giunge a maturazione l’idea dello stato-nazione, che modifica il concetto stesso di confini, frontiere e regioni.


Sponsors:

Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca
Funds: requested
PRIN VALUTATO POSITIVAMENTE
Funds: requested
Syllabus: PRIN

Project participants

Alessandro Arcangeli
Associate Professor
Federico Barbierato
Associate Professor
Marina Garbellotti
Associate Professor
Alessandro Pastore
Emeritus Professor
Gian Paolo Romagnani
Full Professor

Activities

Research facilities

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