Nuove tombe romane a Gazzo Veronese

Nuove tombe romane a Gazzo Veronese
Gazzo Veronese è stato teatro, dall’1 al 26 ottobre, della quinta campagna di scavi archeologici da parte di un'équipe del dipartimento Culture e Civiltà, sotto la direzione di Patrizia Basso e su concessione ministeriale, nell'ambito del “Progetto GaVe  - Indagini archeologiche a Gazzo Veronese” avviato in stretta collaborazione fra università di Verona, Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Vicenza e Rovigo (funzionario responsabile Gianni De Zuccato) e università “La Sapienza” di Roma.

Lo scavo, condotto in campo di privati che hanno gentilmente dato il consenso ai lavori, ha visto la partecipazione delle dottoresse Valeria Grazioli e Marina Scalzeri, come responsabili, e di una ventina di studenti del corso di laurea triennale di Beni Culturali dell’ateneo e del corso di laurea magistrale in Archeologia delle università di Ferrara, Verona, Trento e Modena. I lavori hanno previsto, inoltre, la partecipazione alle attività teoriche e pratiche di numerosi studenti del liceo Cotta di Legnago, impegnati in un progetto di alternanza scuola-lavoro. Un supporto operativo fondamentale è stato offerto dalla ditta S.A.P. e in particolare da Alberto Manicardi; il sostegno economico si deve alla Verallia Saint-Gobain SPA, al Consorzio di Bonifica Veronese e all’Amministrazione comunale di Gazzo Veronese.

Il cantiere di scavo è stato aperto per alcuni giorni alle visite delle scolaresche delle scuole comunali, continuando l’attività di racconto alla cittadinanza che si era avviata nell’aprile 2016 con una mostra fotografica sulle ricerche e i risultati raggiunti, organizzata a Gazzo Veronese in collaborazione con l’Amministrazione comunale e il liceo Cotta.

Nel 2018 le ricerche si sono concentrate sull’area funeraria già messa in luce negli anni passati sulla sponda del canale laterale alla strada romana che attraversava questo territorio e che le indagini dell’ateneo hanno permesso di riconoscere come la via Claudia Augusta, contribuendo a por fine a un dibattito di più di tre secoli sul/i tracciato/i di questa strada così importante nei collegamenti fra l’area padana e i paesi transalpini: nella campagna di quest’anno si sono evidenziati i limiti settentrionali della necropoli e se ne è calcolata la superficie complessiva di circa 3500 mq. Stando alla densità di tombe già scavate, si è calcolato che l’area funeraria dovesse contare almeno 500-600 deposizioni, in nettissima maggioranza a cremazione e di varie tipologie (in nuda terra, in anfora segata, in cassetta di laterizi con copertura alla cappuccina e in un caso anche entro struttura in mattoni).
Le tombe si allineavano con un certo ordine sulla sponda del canale laterale alla strada, che quindi nel paesaggio rurale del tempo funse da elemento attrattore per la deposizione di quanti vivevano in area. Il numero considerevole di tombe portate alla luce con gli scavi e con le ricognizioni di superficie condotti dall’ateneo lungo il tracciato viario, sommate alla trentina di monumenti funerari che sono reimpiegati in particolare nelle chiese del territorio, induce a riflettere sull’organizzazione insediativa di Gazzo Veronese e sulla possibilità di ipotizzarvi la presenza di un centro insediativo aggregato.

I corredi delle deposizioni presentano un buono stato di conservazione: si tratta di vasi e coppette ceramici, ma anche balsamari vitrei, lucerne e numerose monete. Lo studio di tali manufatti e le analisi paleobotaniche e osteologiche, in corso di realizzazione con i colleghi dell’università di Ferrara attraverso le tesi di laurea di alcuni studenti impegnati nei lavori, permetteranno di riflettere sugli aspetti rituali e sull’organizzazione sociale dell’area. 
 
 

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