Perfezionare la capacità di analisi autonoma su specifici aspetti della storia dell’arte moderna. Acquisire una consapevole padronanza degli strumenti critici della disciplina, anche ai fini di una individuale attività di ricerca.
Nel Rinascimento l’elite italiana riscopre il valore espressivo e comunicativo del linguaggio classico, nella letteratura e nelle arti visive. Su questa base, l’architettura, la scultura e la pittura vengono trasformati in un graduale processo di quasi due secoli, fra il Quattro e il Cinquecento. Fuori la penisola il nuovo classicismo di stampo italiano conosce fortune alterne, ma alla fine, verso l’inizio del Seicento, diventa il mezzo espressivo artistico generalmente accettato e praticato non solo delle classi privilegiate, ma anche, largamente, dei ceti più popolari europei. Uno sviluppo, questo, che si realizzava in modi molto variegati, dall’accettazione tout court a resistenze molteplici, che risultavano in forme ibride e non di rado estremamente originali ed innovative. Il corso propone di ripercorrere tramite una serie di analisi in profondità le tappe principali di questa trasformazione epocale, che cambiava per sempre la storia delle arti europee, fra la metà del Quattro fino ai primi decenni del Seicento, partendo dall’Italia, e spaziando fra la Francia, i Paesi Bassi, la penisola iberica, l’Europa centrale, e, marginalmente, la Russia. Centrale nel discorso sarà l’dea della mobilità degli artisti e soprattutto delle loro opere ed idee artistiche, che verrà illustrata con esempi di grandi personalità artistiche “da manuale” a personaggi molto meno conosciuti e monumenti in parte famosi in parte ingiustamente dimenticati dalla storia dell’arte “italocentrica”.
Sono previste una o due uscite, una in Italia e una forse all’estero.
Forma dell’insegnamento: lezioni frontali
La bibliografia verrà fornita un mese prima dell'inizio delle lezioni.
Orale
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