La salvaguardia del patrimonio culturale in Siria e Iraq

La salvaguardia del patrimonio culturale in Siria e Iraq
La salvaguardia del patrimonio culturale minacciato dalla guerra in Siria e in Iraq: analisi dell’attualità e gestione della memoria storica. Questo il titolo del progetto di ricerca condotto da Luigi Turri, cultore della materia del dipartimento Culture e Civiltà, anche con la partecipazione a missioni archeologiche nel Kurdistan iracheno.
 
La situazione di emergenza in cui versa il patrimonio culturale è una componente dell’emergenza umanitaria, l’intervento a tutela di questo patrimonio si impone come necessario per restituire ai cittadini delle aree di conflitto una parte fondamentale della loro vita, identità e fonte di ricchezza sia culturale che materiale. In prima linea in questo intervento è l’Unesco, con il supporto e la collaborazione di altre istituzioni storiche e di associazioni nate a seguito di questa emergenza.
 
La rilettura della storia antica si inquadra anche in progetti di ricerca internazionali come il Melammu: the Heritage of Mesopotamia and the Ancient Near East (http://melammu-project.eu), che si propone di considerare nel loro complesso i molteplici elementi e contributi che si sono avvicendati e intrecciati nella storia del Vicino Oriente, del Mediterraneo e dell’Europa e di individuare le tracce dell’eredità culturale del mondo antico per dare all’uomo di oggi la consapevolezza dell’articolazione e conseguente ricchezza del suo passato, fondamentale per affrontare le crisi del presente.
 
In occasione di un convegno del progetto, organizzato all’inizio di aprile a Beirut dal Finnish Institute in the Middle East (http://www.fime.fi/en/) e ospitato dall’American University of Beirut (http://www.aub.edu.lb/),  è stata realizzata un’intervista su queste tematiche con Cristina Menegazzi, responsabile del progetto Unesco Emergency Safeguarding of the Syrian Cultural Heritage (“Salvaguardia d’urgenza del Patrimonio archeologico siriano”; http://en.unesco.org/syrian-observatory/), la quale ha sviluppato, attraverso una formazione internazionale, competenza sulle questioni cruciali e le emergenze che oggi interessano non solo le aree di conflitto ma anche la cultura europea.
 
“Il nostro impegno è volto allo studio della storia e del patrimonio siriano, di cui vogliamo anche diffondere la conoscenza e su cui riteniamo fondamentale sensibilizzare innanzitutto i nostri studenti”, spiega Simonetta Ponchia, docente di Storia del Vicino Oriente antico. “Siamo grati a Cristina Menegazzi per aver accettato di presentare la sua esperienza e le attività in corso per il recupero del patrimonio mondiale nella devastazione siriana e, naturalmente, per l’impegno prodigato in tale difficile compito”.
 

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