L’eredità di Petrarca nella poesia volgare trovò nuovo vigore durante il Cinquecento. Al petrarchismo infatti possono essere ascritte alcune delle esperienze maggiori della lirica europea del Cinquecento, dai sonetti di Shakespeare alla Pléiade alla lirica di Camões. Il dialogo con il modello petrarchesco diede infatti origine, come è stato osservato, a multiformi e sorprendentemente diversificate esperienze creative, a dispetto del presunto monolinguismo, della sublime monotonia che l’opinione corrente vorrebbe attribuirgli; Petrarca poteva di per sé, con il suo «vario stile», con il suo dettato poetico «unus conflatus ex pluribus», incoraggiare, tramite una aemulatio che andasse oltre l'imitatio, una ripresa creativa e innovativa che travalicasse i limiti di un pedestre rifacimento, tutta una molteplicità di scelte e di cammini. Imponente testimonianza di questo tipo di produzione è l’antologia da poco edita Lirici europei del Cinquecento, a cura di G. M. Anselmi, K. Elam, D. Monda, G. Forni, Rizzoli, Milano 2004. Oggetto della presente proposta di ricerca è la diffusione, anche in ambito europeo, delle opere di Petrarca, con particolare attenzione per quelle volgari. Negli ultimi anni sono stati pubblicati alcuni censimenti dei manoscritti petrarcheschi; per latri importanti paesi manca invece uno strumento affidabile. Caso emblematico è l’Italia, dove numerose raccolte manoscritte non sono ancora state studiate e modernamente catalogate. Da uno studio più approfondito e metodico potranno essere individuate nuove aree di diffusione delle opere del Petrarca. Si intende esaminare in modo particolare la diffusione transalpina, precisamente in area tedesca, e per quanto riguarda la tradizione italiana si intende prendere in considerazione qualche caso specifico relativo all’area veneta. Da indagare rimane poi ancora la storia di alcune edizioni di opere petrarchesche anche fra le più importanti.