Il ruolo delle élites nella committenza veronese rinascimentale

Data inizio
1 gennaio 2012
Durata (mesi) 
24
Dipartimenti
Culture e Civiltà
Responsabili (o referenti locali)
Artoni Paola , Zamperini Alessandra , Zavatta Giulio

Il progetto è incentrato sull’approfondimento di alcuni particolari circuiti di committenze artistiche a Verona nel corso del Cinquecento. Durante gli ultimi anni, infatti, nuove ricerche archivistiche (dedicate allo spoglio di materiale appartenente a fondi privati o sinora non inventariati), hanno portarto alla luce materiale inedito e/o hanno permesso la rilettura di materiale già compulsato, evidenziando l’importanza di una ben identificabile rete di personaggi che, strettamente legati tra loro per interessi culturali e vincoli di parentela, hanno avuto forti ricadute nella riformulazione dell’assetto urbanistico e artistico della città. La massima parte dei documenti emersi evidenziail peso di famiglie quali i Della Torre, i Bevilacqua, i Pellegrini, i Serego, i Canossa, i Nogarola, i Sambonifacio, ai quali sono collegati artisti come Francesco Caroto, Bernardino India, Domenico Brusasorci, Michele Sanmicheli, Andrea Palladio, ecc. Se nella sostanza molte di queste circostanze erano già note, i nuovi dati hanno consentito di ampliare il numero dei soggetti coinvolti direttamente o indirettamente nel processo, nonché di mglio profilare una cronologia nello sviluppo di questo gruppo elitario, i cui esponenti (Giulio Della Torre, Girolamo Canossa, Mario Bevilacqua, per fare i nomi più rilevanti) non sono compresenti allo stesso modo e allo stesso tempo, ma si avvicendano nella leadership culturale del secolo. Già l’analisi tra le righe delle fonti letterarie ha permesso di cogliere di volta in volta i segni dei mutamenti in atto. E tuttavia, se le persone e le famiglie possono succedersi l’una con l’altra, ne esce rafforzata l’opinione che si tratti di successioni ‘pacifiche’, all’interno di un’élite sociale e politica innanzitutto, che però, in virtù dei legami con altri centri (in primis Mantova, Roma, Venezia, Bologna), è altresì capace di introdurre entro le mura cittadine nuovi spunti di aggiornamento e di formare le persone destinate a valorizzare quegli spunti nel settore artistico. Al fine di arricchire la visione dell’orizzonte veronese verranno presi in considerazione rapporti con personaggi appartenenti ad altri ambiti (letterario, teatrale, religioso, politico, ecc.), laddove tali apporti si rivelino utili per mettere a fuoco le problematiche e gli argomenti di analisi. Il metodo di ricerca, perciò, implica un approccio interdisciplinare, che permetta uno stretto collegamento con il campo della storia, capace di far fruttare nella misura più efficace possibile i dati emersi dalle ricerche archivistiche, per fornire il quadro di un’aristocrazia di censo che forgia per sé anche l’immagine di guida culturale. Obiettivi Il progetto mira allo spoglio organico di alcuni fondi archivistici presso l’Archivio di Stato di Verona e di Mantova, con l’obiettivo di ricreare il contesto storico e genealogico entro cui si muovono i committenti. In tale logica, un ulteriore obiettivo è rappresentato dalla ricerca di nuove commissioni che implementino il quadro sinora tramandato dalle fonti e dagli studi del secolo scorso.

Enti finanziatori:

Finanziamento: assegnato e gestito dal Dipartimento

Partecipanti al progetto

Paola Artoni
Professore a contratto
Alessandra Zamperini
Professore associato

Attività

Strutture

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