Physiologia principis: il cosmo del cardinale Bernardo Cles (1485-1539)

Data inizio
1 gennaio 2016
Durata (mesi) 
12
Dipartimenti
Culture e Civiltà
Responsabili (o referenti locali)
Ciancio Luca
Parole chiave
phsysiologia, scienza e potere, scienza e religione

La figura di Bernardo Cles è stata sin qui studiata solo in relazione alle vicende che, nel terzo e quarto decennio del Cinquecento, prepararono l’indizione del Concilio di Trento. Dalla sua elezione a principe-vescovo di Trento (1515) alla nomina a cardinale per volere di Carlo V (1530) fino alla morte avvenuta nel 1539, egli svolse ruoli apicali nella diplomazia europea quale rappresentante degli interessi di Ferdinando I d’Asburgo, ma ebbe ottimi rapporti con il soglio pontificio cui pure tentò di accedere con l’appoggio dei Fugger. Egli, però, era anche uomo di notevolissima statura culturale come testimoniano gli umanisti e gli scienziati con i quali entrò in contatto e chiamò alla sua corte (Erasmo, Pietro Andrea Mattioli, Pietro Aretino, Pietro Bembo, Luca Gaurico, i Nogarola), nonché le realizzazioni architettoniche (in particolare il Magno Palazzo al Buonconsiglio di Trento) per le quali si avvalse dell’intervento pittorico dei fratelli Dossi e di molti artisti di area tedesca. Dai suoi rapporti con il grande botanico Pietro Andrea Mattioli, che visse quattordici anni alla corte di Bernardo come medico e consigliere, emerge che il sapere medico, la botanica e la farmacologia, la chimica, l’agronomia, la cartografia, l’astrologia, la cosmografia, l’attività mineraria, le tecnologie belliche, erano campi del sapere dei quali Bernardo ebbe conoscenza non superficiale. Tali saperi ne forgiarono la visione della natura e della storia in quella fase pre-copernicana e pre-tridentina che consentiva una disinvolta circolazione di nuove conoscenze e nuovi saperi. La sua collocazione politica e intellettuale tra la cultura umanistica italiana (Verona e Bologna soprattutto) e l’umanesimo di area tedesca (Vienna, Praga) dovrebbe consentire innanzitutto di esaminare il transfer culturale tra le concezioni del cosmo e della natura diffuse nei due contesti. Tale ampio retroterra culturale, di cui rimane traccia soprattutto nella corrispondenza e nelle scelte iconografiche, permetterà inoltre di esplorare le relazioni tra le idee sul cosmo e sulla natura e la pratica del potere in ambito sia politico che religioso, ambito nel quale passò da posizioni erasmiane - fino al fatidico 1525 - a una convinta contrapposizione ai riformati e soprattutto agli anabattisti.

Partecipanti al progetto

Luca Ciancio
Professore associato

Attività

Strutture

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