- Autori:
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Modena, Giulia
- Titolo:
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I forzati della penna. Girolamo Brusoni, un professionista delle lettere nel Seicento italiano
- Anno:
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2015
- Tipologia prodotto:
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Doctoral Thesis
- Tipologia ANVUR:
- Altro
- Lingua:
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Italiano
- Parole chiave:
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biografia; storia di Venezia; storia delle professioni; storia culturale italiana; letteratura barocca
- Abstract (italiano):
- «La mia professione è di scrivere historie, e di mandarle alle stampe». L’affermazione, concisa e d’effetto, era stata pronunciata da Girolamo Brusoni durante un processo istruito dai Riformatori dello Studio di Padova, nel 1664. Questo è il punto essenziale: cosa significava essere un professionista delle lettere nel pieno Seicento italiano e quali caratteri assumeva la scrittura delle «historie»? La singolarità di un percorso biografico contribuisce a illuminare il complesso mondo di chi viveva (e più spesso sopravviveva) attraverso la scrittura nel cuore del XVII secolo. Girolamo Brusoni si presentò nel theatrum mundi in qualità di frate, letterato, traduttore, accademico, romanziere, informatore segreto, storiografo ufficiale. Nel corpus delle sue opere, notevole per vastità e piuttosto vario (si articola in novelle, romanzi, memorie accademiche, componimenti poetici, panegirici, trattatelli, relazioni, traduzioni e opere storiografiche), riversò frammenti biografici e proiezioni di sé, ma soprattutto catturò il tumulto della realtà in cui era immerso, dalle terre del polesine, a Ferrara e Padova, poi lungamente a Venezia e lungo la riviera del Brenta, fino a Torino. Si trattava di un mondo in mutamento e lui stesso apparteneva a una generazione in crisi d’identità, che aveva conosciuto i rivolgimenti della peste e assisteva al susseguirsi di guerre vicine e lontane, così come all’incessante tessitura di trame politiche, negoziazioni, rapporti di forza, in una dimensione nazionale ed europea. Diventare un professionista delle lettere era un modo per conquistare uno statuto sociale, una posizione riconosciuta e la varietà degli attori sociali garantiva una continua dinamica di accrescimento e scambio: gli autori, gli editori, i tipografi, i librai, gli agenti, i novellisti e gli informatori offrivano competenze diverse che, sovrapponendosi e intersecandosi in molteplici punti, accrescevano quotidianamente il mercato editoriale e dell’informazione. Queste figure, incluso Brusoni, sono state talvolta confuse, sottoposte a giudizi poco lusinghieri e sbrigativamente licenziate utilizzando l'espressione "avventurieri della penna", o inaffidabili "pennivendoli". In realtà, la condizione degli scrittori secenteschi merita ancora di essere esplorata.
La ricerca indaga alcuni temi ricorrenti, che seguivano le trasformazioni socioculturali e tornavano con una certa insistenza nelle vicende individuali e collettive. Il rapporto con il concetto di «libertà», ad esempio, era declinato in svariate forme, dalla «libertà d’animo», a quella «della penna» (in relazione con il potere politico), fino ai “libertinismi” e alla rivendicazione di tensioni liberatorie connesse al naturalismo. L’esperienza accademica, regolata dalle pratiche della conversazione e pervasa dalle sfumature del non conformismo e del libertinismo veneto, era rifluita nella narrazione dei romanzi e, fin dall’esordio letterario, non era mancato uno spiccato interesse per l’elemento storico-cronachistico. La "retorica della verità" (che accompagnava regolarmente la difesa del metodo utilizzato per la redazione delle relazioni politiche e delle Historie) tornava con insistenza negli avvisi al lettore; mentre la corrispondenza rivelava gli estenuanti negoziati per la rappresentazione del potere e la trasmissione dell’immagine pubblica, così come il problema dell’onore, della reputazione e della rispettabilità autoriale. Erano i rapporti di forza tra gli attori sociali a regolare la produzione letteraria dell’epoca, in particolar modo quella storiografica, e a influire sul margine di libertà della scrittura: queste dinamiche implicavano gli autori, l’intervento del potere politico e l’interesse del pubblico. In una società condizionata in modo notevole dai flussi di notizie, dal bisogno di fabbricare opinioni e dalla discussione quotidiana dei fatti, chi esercitava il potere do
- Id prodotto:
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84240
- Handle IRIS:
-
11562/858766
- depositato il:
-
7 gennaio 2015
- ultima modifica:
-
1 novembre 2022
- Citazione bibliografica:
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Modena, Giulia,
I forzati della penna. Girolamo Brusoni, un professionista delle lettere nel Seicento italiano
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