Le ricerche condotte in questo progetto saranno dedicate all’indagine archivistico-documentaria di alcuni fondi ottocenteschi conservati presso l’Archivio di Stato di Verona, allo studio iconografico della pittura cittadina del XIX secolo e all’analisi di alcuni fenomeni coevi di carattere urbanistico e architettonico. L’intento della ricerca, infatti, è quello di fornire, attraverso il reperimento di dati inediti o la rilettura di dati pubblicati, un innovativo quadro di riferimento per valutare le scelte delle famiglie committenti e per analizzare alcuni aspetti del panorama storico-artistico cittadino (ad esempio, quelli relativi ai rapporti con gli artisti, con l’intelligentsia cittadina e forestiera, ecc.).
Entro tali coordinate sono state intraprese, già nell’anno scorso, alcune ricerche incentrate sulle vicende sette e ottocentesche di palazzo Giuliari e della famiglia proprietaria, raccolte nel volume Palazzo Giuliari a Verona, uscito nel febbraio 2009 a cura della prof.ssa Olivato e al prof. G.M. Varanini.
Nella medesima ottica di approfondimento rivolta a particolari aspetti dell’iconografia e del gusto diffusi nell’Ottocento, sono stati analizzati alcuni lavori pittorici, di soggetto profano e religioso, che si sono rivelati di particolare interesse in quanto episodi rappresentativi di istanze e tendenze diffuse in seno alle classi colte e di più alto livello sociale.
Questi primi saggi hanno consentito di evidenziare una serie di valori (celebrativi, politici, letterari, spirituali, ecc.) che sottostanno a molte scelte effettuate dai ceti elevati della città: la pittura di storia, l’attenzione per il medioevo e per i soggetti allegorici, la cosciente ripresa di iconografie consolidate almeno dal Rinascimento, sono tutti aspetti che informano non soltanto le preferenze formali dei committenti, bensì pure i loro sistemi di valori, che in tali episodi trovano modelli morali e encomiastici in cui rispecchiarsi.
In tale cornice, pertanto, anche la scelta di costruire o rinnovare edifici residenziali secondo uno stile che rievoca formule medievali e rinascimentali si inserisce nel medesimo processo, sottintendendo un’analoga ricerca di complessi meccanismi celebrativi, sostenuti da famiglie con una posizione sociale ereditata o conquistata.
Anche per il futuro, pertanto, è nel solco di tali interessi che verranno portati avanti nuovi progetti di ricerca. In particolare, è in programma la curatela di un volume dedicato a palazzo Forti (associata alla stesura di alcuni saggi specifici), con particolare interesse per la famiglia fondatrice (gli Emilei) e per la famiglia che ne divenne proprietaria nel corso del XIX secolo (i Forti), a suggellare quasi simbolicamente, attraverso questo passaggio di proprietà, il susseguirsi di casate di antica e nuova “nobiltà” al vertice della società veronese, segnando emblematicamente l’affacciarsi della borghesia imprenditoriale nella società ottocentesca veronese.
Tali ricerche, comunque, dal punto di vista metodologico, sono sempre attente ad aprirsi su orizzonti interdisciplinari, configurandosi come uno strumento funzionale alla comprensione artistica e culturale dell’ambiente cittadino in cui sono maturate significative iniziative architettoniche e pittoriche.
Lo studio del quadro veronese, dunque, nei termini sopra accennati, si presta a una lettura diversificata del quadro storico, religioso, sociale e artistico che si viene a formare nel corso dell’Ottocento. In tale ottica, infine, lo studio sugli argomenti prefissati verrà supportato dalle ricerche documentarie, archivistiche e iconografiche. A partire da tali campi, dunque, verranno sviluppati ulteriori filoni di studio, destinati all’approfondimento di tematiche connesse all’iconografia urbanistica e figurativa, nonché alla focalizzazione del panorama artistico/artigianale di Verona attraverso il reperimento e l’interpretazione tanto dei dati e dei documenti d’archivio, quanto delle fonti bibliografiche.